Naila di Mondo9, Dario Tonani. Trama e recensione

Rating:

Il mondo desertico di Mondo9 ha avuto una strana evoluzione: uomini, animali e piante hanno trovato uno strano modo di sopravvivere, ibridandosi con il metallo e la ruggine. E qui vive e lotta Naila, eroina di Dario Tonani, in un romanzo di fantascienza davvero originale e ben fatto.


Alla ricerca della Grande Onda

Naila è la capitana della Syraqq, una vecchia baleniera convertita a cargo, che come tutte le navi di Mondo9 non solca un oceano d’acqua come siamo abituati sulla Terra, ma attraversa con le sue colossali ruote gli enormi deserti sabbiosi di quel mondo remoto.

La quotidianità, fatta di merci da trasportare e di megattere delle dune da cacciare, è affrontata assieme al suo affiatato equipaggio tra cui spiccano il fido Sargàn, il mechardionico (un essere meccanico) Asùr e l’imperscrutabile Dharkritt avvelenatore, e quindi “medico”, della nave.
E in realtà fa parte dell’equipaggio la stessa Syraqq perché, come tutte le navi di Mondo9, è un essere semi-senziente, capace di provare emozioni e di agire, in determinare condizioni, di propria iniziativa.

Ma la vita di Naila sta per raggiungere un punto di svolta. E non solo perché la sua gravidanza sta per giungere al termine, ma perché gli abitanti di Mondo9 sentono che i tempi sono maturi per l’arrivo della leggendaria Grande Onda, un’enorme onda di sabbia che attraverserà il pianeta e darà un nuovo ordine alle cose. Naila la sogna fin dalla sua infanzia e sa che dovrà affrontare il suo destino sconfiggendo l’Onda cavalcandola.

Ma la sua non sarà un’impresa semplice, ostacolata dalle forze della natura di Mondo9 e da chi vuole usarla per i suoi scopi. Saranno necessari molti sacrifici e molta forza di volontà.

Naila di Mondo9, spendida fantascienza italiana

Naila di Mondo9

Ho conosciuto le opere di Dario Tonani attraverso la lettura dalla precedente raccolta di racconti ambientati su Mondo9, racconti sicuramente interessanti, di vaga ispirazione steampunk, di cui ho subito pensato che sarebbe stato bello leggere un romanzo che legasse in maniera organica le tante idee presenti. Quando poi ho saputo che Dario stesse per pubblicare Naila di Mondo9 non potevo certo esimermi dal comprarlo e recensirlo!

Perché tanto entusiasmo? Perché Dario Tonani ha messo insieme un mondo coerente, variegato e originale i cui risvolti vengono fuori lentamente, ma in modo naturale. È la capacità di immaginare un mondo con tutte le sue sfaccettature e non la semplice combinazione di elementi. Leggere questo romanzo permette di calarsi in quella realtà senza correre il rischio di rimanerne delusi.
Inoltre è stato molto piacevole trovare nel romanzo una serie di citazioni dai racconti. Ci solo alcuni nomi di navi e alcuni elementi distintivi di Mondo9 trattati nel dettaglio, che convergono in un unico racconto in cui tutto assume una sua importanza.

Un piccolo assaggio? Basti sapere che Mondo9 è dominato dal metallo, che non è il solito materiale inerte con ci siamo abituati a convivere, ma è un qualcosa di vivo ad un livello differente dal nostro. È in grado di sentire e di comunicare e in combinazione con i cuori degli esseri biologici è in grado di dare vita a una nuova categoria di essere ibridi: mechardionici e navi. Ma il metallo è anche il Morbo, la terribile malattia che colpisce gli esseri biologici trasformandoli lentamente in blocchi di bronzo. E la ruggine del metallo è usata per fare il Bhet, una potente droga.
Ma Mondo9 è anche, e forse soprattutto, deserto, una sterminata distesa di sabbia apparentemente sterile, solcata dalle navi e dai loro equipaggi alla ricerca delle poche risorse che offre.
Ma Mondo9 è anche, e forse soprattutto, deserto, una sterminata distesa di sabbia apparentemente sterile, solcata dalle navi e dai loro equipaggi alla ricerca delle poche risorse che offre.

Tornando alla recensione c’è da dire che se anche il romanzo viene descritto come fantascientifico, e lo sto facendo anche in questo articolo, in realtà sarebbe più correttamente da catalogare come fantastico. Questo perché a parte la classica ambientazione extraterrestre di scientifico c’è veramente poco. Di fatto le interazioni tra metallo e viventi, vero fulcro dei racconti di Dario Tonani, sono decisamente magiche, senza la minima intenzione di ricondurle su un piano tecnico.
L’episodio più “fantascientifico” all’interno del romanzo è quello dello pneumosnodo già visto in un racconto dedicati.
Nulla di male ovviamente, Mondo9 è assolutamente meraviglioso, ma chi cerca storie tecnologiche non troverà nulla del genere.

Ottimi i personaggi. A parte la protagonista Naila a cui è dedicato il giusto spazio, e i già citati Sargàn e Dharkitt perfettamente caratterizzati, è particolarmente interessante anche il trio Asùr, AsùrMis e Suar che in tempi diversi hanno condiviso la stessa coscienza creando un particolare legame di “sangue”.
Piccola nota negativa solo per l’epica scena finale in cui il rapido susseguirsi degli eventi rende un po’ confuse le cose costringendo a rileggere i passaggi per togliersi il dubbio di chi sta facendo cosa.

Naila di Mondo9 è l’esempio che la bella letteratura fantascientifica è fatta anche in Italia. Una bella storia, dei personaggi interessanti e una bella dote di fantasia sono gli ingredienti per un romanzo che può piacere a tutti.

2 pensieri su “Naila di Mondo9, Dario Tonani. Trama e recensione

  • 9 Dicembre 2020 alle 13:58
    Permalink

    La differenza fra fantascienza e fantasy dovrebbe essere chiara: ci sta che un fantasy contenga elementi tecnologici, oltre al solito armamentario di magie, elfi e compagnia bella, visto che non esiste alcun motivo per cui in un mondo dominato dalla magia non ci possa essere anche un po’ di tecnologia; non ci sta che si spacci per fantascienza un romanzo in cui le cose accadono senza un perché, solo perché è così e basta e se non ti va è così lo stesso.
    Non è necessario che tutto sia spiegato per filo e per segno con teorie astruse o pagine e pagine di informazioni: è sufficiente che si capisca che una spiegazione c’è e si trova in un contesto di scienza e/o tecnica che però bene o male è inquadrabile nel mondo fisico e non in quello magico.

    La magia è tutt’altra cosa, non richiede spiegazioni. Esiste e questo è quanto, e non ha collegamenti con la tecnologia.
    Infatti, non ho bisogno di sapere come funziona la bacchetta magica di Harry Potter, perché in quel mondo esiste la magia e questo è tutto ciò che serve sapere.
    Non è necessaria alcuna spiegazione, tant’è che i libri del maghetto non appartengono al filone detto ‘fantascienza’. Però devi dirmelo.
    Ambientato in un pianeta che non si sa dov’è (ma se ne potrebbe anche fare a meno), con umani che provengono da non si sa dove (proprio volendo se ne potrebbe anche fare a meno); un mondo desertico dove non si capisce che cosa produca un’atmosfera respirabile (almeno in ‘Dune’ un po’ di verde c’era), dove le macchine sono creature viventi e si riproducono tramite uova dalle quali escono esserini meccanici (ma va?); un mondo dove un morbo trasforma la carne in metallo (nessuna spiegazione davvero degna di questo nome, nemmeno riconducibile a qualche microrganismo o a qualche OGM di incerta natura); dove è possibile ‘parlare’ col metallo e dove è assodato che in tutto il pianeta c’è un solo comandante femmina (come si faccia a saperlo rimane un mistero, a meno che non esita un database dei comandanti delle navi a ruote costantemente aggiornato, il che non è).
    Dove il pianeta ha un nome e nessuno si chiede per quale motivo si chiami proprio così. Chissà dove sono gli altri 8 (se la Terra si chiamasse ‘Terra5’ non ce ne chiederemmo il motivo? Beh, io sì.).
    Dove si avverano profezie e nonostante qualcuno cerchi di impedire che si avverino (e se questo non è fantasy…).
    Tutto sommato una certa coerenza interna il romanzo ce l’ha e questo non si discute; l’ambientazione è abbastanza interessante e le situazioni nel contesto sono un po’ plausibili, sebbene non proprio ben amalgamate fra loro.
    Tutto in regola, se non fosse per un trascurabilissimo dettaglio: aver fatto passare per fantascienza un romanzo che per quel che mi riguarda è un puro fantasy. Se poi a qualcuno piace pensare a un incrocio fra generi, rispondo che va bene, purché non si trasformi in un calderone né carne né pesce!

    Perché – porcaccia la miseriaccia – spiegatemi perché – ma non è indispensabile entrare in dettaglio eh, basterebbe un riassunto di quattro righe, magari anche una frase del tipo, che so: “…abbiamo ereditato i risultati delle antichissime scienze e dell’ineffabile sapere tecnico dei QWERTYUIOP e ora siamo ridotti a questo punto…” – devo prendere per buone cose come queste:
    – come fanno le macchine a essere più o meno senzienti in un mondo che si presenta come tipicamente steampunk (le navi vanno a vapore). È tutto meccanico, accidentaccio! Meccanico! È chiaro il concetto? Meccanicoooo!
    – come da uova con guscio non in metallo possano uscire macchine fatte e finite. Che c’è, la Fatina Buona dell’Assemblaggio che provvede?
    – come fanno a crescere le minimacchinine (che fanno, la muta o si sostituiscono da sole i pezzi con altri più grandi?)
    – su quali assunti si basa la capacità (pare sia l’uso di una droga, ma anche no, in realtà non è proprio che venga detto, ma anche chi non l’assume può percepire le emozioni delle macchine) di parlare col metallo
    – dimmi almeno da dove si ricava veramente il nutrimento per la popolazione, visto che c’è solo sabbia. Se non vuoi dirmelo fammelo almeno capire (lascia perdere le megattere della sabbia: anche quelle dovrebbero mangiare qualcosa, no? E parecchio, anche. L’ecosistema non sta in piedi)
    – tutto il resto (in primis come fa il metallo, di suo, a comunicare)

    Insomma, per come la vedo io si tratta di un vero e proprio fantasy, venduto come fantascienza. E io l’ho acquistato come romanzo di fantascienza. Cercavo fantascienza, volevo fantascienza. E mi avevano detto che era fantascienza.
    Se voglio un fantasy compro un libro fantasy, non c’è problema, ma mi devi dire che lo è, per lo stesso motivo per cui se vengo al tuo negozio per comprare un’automobile, tu poi non mi devi consegnare un triciclo (o viceversa) con la scusa che ‘sempre di mezzo di trasporto si tratta’, mi spiego?

    A dispetto dei toni entusiastici con cui se ne parla in giro per la Rete, non posso dire che mi abbia entusiasmato, tutt’altro: spesso l’ho trovato molto lento nella narrazione, con descrizioni poco utili e a tratti anche logorroiche e senza vere spiegazioni o risposte…ma sempre mantenendo l’impronta fantasy. Nonostante sia considerato un buon romanzo (e lo è, se uno l’accetta come fantasy) non nascondo la mia delusione.
    E ‘Dune’ è tutt’altra cosa.
    Soprattutto in ‘Dune’ non c’è una protagonista in perfetto stile Mary Sue. E Paul Atreides non è un Gary Stu, poco ma sicuro.
    Naila (secondo Wikipedia il nome è di origine araba e significa più o meno “Colui/colei che ottiene ciò che desidera”) è una perfetta Mary Sue, e lo è in maniera così sfacciata e spudorata che non ho provato alcun genere di coinvolgimento nella sua storia (ma nemmeno per quella dei personaggi di contorno, a dire il vero). (Nota)
    Tra l’altro, la scelta di dare ai personaggi nomi arabeggianti mi pare un omaggio a dir poco eccessivo nei confronti di Frank Herbert e della sua maggiore creazione letteraria.

    Ad ogni modo, potrebbe essere che l’errore stia nel fatto che il libro viene dato come leggibile di per sé, anche senza conoscere gli altri romanzi della saga: magari in quelli precedenti i molti punti oscuri vengono chiariti. Ma in questo caso non vedo motivo per fare una simile affermazione.
    Magari se ci fanno il film me lo vado a vedere (con probabilità del 50%, che si legge ‘del tutto casuale’): penso che visivamente potrebbe rendere molto bene.
    Questo, tuttavia, nulla toglie e nulla aggiunge alla mia opinione. Una stella su cinque.

    Nota : Naila è una grandissima nyokka con un lato B talmente perfetto da mettere soggezione anche a uno stuolo di pornodivi, giovane e arrapata al punto giusto, saggia da far concorrenza a una congregazione di filosofi, fortunata oltre misura (anche se a dire il vero la fortuna ci vuole, se si deve arrivare alla fine della storia), con un difficile passato da trovatella, amata e rispettata (tranne che dall’acerrimo nemico) e soprattutto destinata a cavalcare la Grande Onda; cosa che le riesce e quindi, poi, tutti sono con lei senza se e senza ma. Perché grazie a lei la profezia si è avverata. Inoltre, si rimarca più volte il fatto che è l’unica donna del pianeta a comandare una nave (peraltro la nave è in calore, ma ‘sta cosa rinuncio a capirla).

    Rispondi
  • 7 Maggio 2019 alle 13:41
    Permalink

    Grazie di cuore delle bellissime parole. Molto apprezzate, Vincenzo.
    Alla prossima.
    Dario

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *